giovedì 15 aprile 2010

Tiziana,
complimenti al papà Diego per le belle poesie:
nella prima è evidente la speranza sorretta dalla fede seppure minata dal dolore,
nella seconda tristezza e nostalgia per una lontananza forzata dalla terra delle origini.
Temi diversi, sempre di grande attualità.
Dal Santuario un pensiero e una preghiera.

36 commenti:

  1. Grazie di cuore da Diego e Tiziana, per le preghiere, tanto importanti,è un piacere inviarvi i nostri pensieri.
    A presto
    Tiziana

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  2. Il Paradiso

    Il Paradiso può attendere
    dove si cerca di esorcizzare
    il male del mondo e si vede la luce
    quella luce che riesce a bucare le tenebre.
    che c’è qua sulla terra fra i poeti
    che resteranno per sempre
    e che vedranno oltre il pensiero poetico.
    E’ un po’ di tempo che non scrivo,
    ma non so perché!-
    Ho restituito al Paradiso
    il mio angelo custode
    e ne ho scoperto un’altra sulla
    vecchia e cara terra.
    Ma avete immaginato che cos’è la vita?
    Perché l’acqua del grande fiume
    della Vita scorre in continuazione?
    Lo sfavillare di una lucciola
    nel buio della notte.
    Birgil Kills Straight così scrive:
    La donna é sacra.
    Noi rispettiamo le madri,
    le sorelle, le mogli, le figlie, le nipoti.
    Sono le donne che ci danno la vita,
    che ci nutrono e che ci insegnano a
    camminare e parlare.
    Come la Beata Vergine delle Grazie.
    Gli uomini sono i loro occhi,
    le loro orecchie, la loro bocca.
    Che cos’è il respiro sbuffante di un bisonte
    nell’inverno della prateria.
    La breve ombra che scorre sopra l’erba
    e si perde nella luce del deserto
    e dentro il sole cocente dell’Arizona
    Mentre il guerriero galoppa
    sul suo veloce destriero
    alla ricerca del suo angolo di
    Paradiso e di serenità.
    Lo sfavillare di una lucciola
    nel buio della prateria della notte.

    Il Gabbiano

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  3. Le Beatitudini dell'anziano
    Nell'anno ispirato a San Paolo

    Beati coloro che, come Paolo,
    Si sentono scelti e amati da Dio
    Prima della creazione del mondo.

    Beati coloro che, come Paolo
    Vivono la novità dello Spirito
    Che nel battesimo ci fa figli di Dio

    Beati coloro che, come Paolo.
    Odono il padre che in Gesù
    Ci colma di tutte le benedizione

    Beati coloro che, come Paolo,
    Vivono con gioia il mistero
    Del Signore crocifisso e risorto
    Nella loro vita.
    Beati coloro che, come Paolo
    Si accosta al banchetto dell'Eucaristia,
    Riconciliati con i fratelli e le sorelle

    Beati coloro che, come Paolo,
    Ringraziano il Padre
    Che ci chiama a vivere
    In comunione con i fratelli e le sorelle
    E ci arricchisce della grazia di Cristo

    Beati noi se ci impegniamo
    A essere Paolo oggi;
    Siamo come lui testimoni fedeli
    Del Signore Gesù, e lo annunciamo
    Con gioia e coerenza. Amen

    Beatitudini ispirate alle Lettere di san Paolo.

    Il gabbiano

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  4. La vita

    Che cos'è la vita?
    La vita è come un alito di vento
    Che si disperde nel firmamento
    Ma è anche una minuscola particella
    Di eternità nel cielo grigio
    Nel cielo greve
    E' come la piuma di un pettirosso
    Ferito di vale in valle trascina
    E si disperde nell'immensità
    Del creato in un giorno di dolore
    Che sfuma e se ne va.
    Disperdendosi fra valli e montagne
    Fra gole e ruscelli
    Bianche di candida neve
    Lasciando dietro il suo passaggio
    Gocce di sangue e di dolore
    Ma la vita è sicuramente un regalo
    Prezioso che svanisce come
    Un dardo infuocato nel cielo.
    Nel suo difficile volo tra sofferenze
    E fiori di campo
    Questa è la vita
    Ma la vita è come quei profumi
    Che sembra debbono subito svanire
    Eppure resistono al tempo
    E penetrano di sé ogni cosa.
    Come si respira tra le mura
    di questo immacolato Santuario.

    Il gabbiano

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  5. Ricordo le ultime parole di
    Teresa mia madre.

    All'alba di quel lontano mattino
    Quando sono partito per arruolarmi
    Nell'Arma, tu mi dicesti:
    Figlio mio prediletto
    Ora che sei in principio
    Dalla tua carriera militare
    In provincie lontane
    Dalla tua Old Calabria
    Diventerai grande
    Amatore di pace e di giustizia
    Acqua cheta oggi tu sei
    Ma oceano diventerai soccorrendo
    Vecchi, bisognosi, donne e bambini
    In principio ti sentirai triste ed inquieto.
    In quel tuo quotidiano lavoro
    Ma al termine della tua lunga giornata
    Non potrai essere veramente felice.
    "Fino a quando
    Nel giorno che muore
    Un solo uomo
    In tutto il mondo,
    Verserà in silenzio
    Le lacrime amare
    Della solitudine"
    A chi ti chiede chi sei?
    Da dove vieni?
    Dove vai?
    Così risponderai:
    Il mio passato
    E' ch'io sono stato
    L'ho già dimenticato
    Il mio futuro?
    Credo ci sia nessuno
    Capace di vedere oltre quel muro
    Del nuovo presente
    Mi spiace tanto, sono in servizio
    Non posso dirti niente.
    Ti sentirai felice di essere stato
    Vai è torna vincitore
    Mio piccolo cavaliere errante.
    Si! Dopo una lunga carriera militare
    Sotto le ali della grande Aquila della Benemerita
    Ho raggiunto il massimo grado
    Dei sottufficiali
    E per coronare le mie aspettative
    Mi è stata concessa la Croce
    Di Cavaliere della Repubblica,
    Come tu sognavi
    Soltanto che tu non c'eri più
    Per festeggiare
    Perché il padre celeste ti aveva chiamata
    Così in quel Paradiso
    Dove c'è la vita, la Verità e l'Amore
    Nell'unità del Figlio e dello Spirito Santo
    Dove vivono i giusti
    Ma quella croce di Cavaliere
    L'ho dedicata a te, mamma Teresa.

    Dedico questa poesia a Teresa mia madre , che ha sempre
    Sognato di vedere un giorno il suo piccolo cavaliere errante
    In sella di un baio destriero galoppare sui sentieri
    del Bel Paese con la bandoliera bianca e il Pennacchio Rosso Blù

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  6. Una preghiera per tutti voi da Diego Cocolo

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  7. Ave a Maria
    Luce e colori della montagna.

    Oggi è una limpida giornata
    Piena di sole e gioia di vivere.
    Di fronte a me vedo le alte e bianche montagne
    Dove scorre lenta la Dora Baltea
    E’ una giornata di metà aprile,
    Il paesaggio con la neve è bellissimo
    Le primule sulle sponde del fiume
    E i bucaneve sono tutte fiorite e l’aria
    E’frizzante e profuma di violette
    E’ il luogo dove dimora la luce
    E la serenità dell’anima,
    E dove nasce spontanea dal cuore
    Quella semplice preghiera:
    Ave o Maria!
    Molte piante sono fiorite.
    Questo è proprio il luogo del silenzio
    Dove l’uomo può riflettere sul creato.
    Ma che cos’è il silenzio?
    E’ un lembo di cielo
    Che scende verso la verde valle
    Viene dai grandi spazi celesti
    Dalle marine della luna fredda.
    Spesso questo silenzio viene interrotto
    Dalla lenta corsa del fiume che lambisce
    Le rocce granitiche.
    In quest’angolo di paradiso dove c’è
    Tanta pace e tranquillità
    In pettirosso si è posato sul mio cavalletto.
    E continuava a cinguettare
    Come se nulla fosse
    Mentre dipingevo quel paesaggio
    Struggente e meraviglioso
    Più a valle un capriolo si abbeverava
    Al fiume e mi guardava
    Ed altri sulle nude rocce
    Leccavano un briciolo di sale.
    Da queste montagne banche di neve
    Nasce l’anima del grande fiume della vita
    E tu pescatore di versi getta la tua rete.
    Fra queste bianche montane.
    I grandi fiumi e le montagne innevate
    Sono sempre stati dai poeti ricercati
    Come pure dei grandi pittori.
    Forse per la bellezza dei luoghi
    O per rimanere all’aria aperta.
    Un tempo molto lontano
    Oltre ad essere valenti pittori
    Si preparavano da se anche le tele
    E i colori
    Per dipingere i loro quadri
    Sì, oltre ad essere artisti
    Erano anche alchimisti
    L’alchimia è una disciplina
    Fisica e chimica
    Oltre ad essere una scienza
    Implicava una certa esperienza
    Furono gli artefici dell’esperimento
    In quest’ottica la scienza alchemica
    Era anche una conoscenza
    Metafisica e filosofica.
    Oggi gli artisti
    E i pittori della domenica
    Come me
    Non hanno bisogno di essere
    Alchimisti, perché ci pensa l’industria
    A preparare tutto il materiale
    Pittorico
    Dai pennelli, alle tele ed ai colori.
    I colori della mia tavolozza
    Sono contenuti in tubetti cilindrici
    E sistemati a raggiera
    Altro non sono che un miscuglio
    Chimico
    Per molti artisti la scelta dei pigmenti
    E’l’ordine in cui sono disposti
    Sulla tavolozza
    E’ una questione personale
    Di massima importanza
    Baudelaire raccontava
    Che il pittore francese Eugène De Lacroix
    Disponeva i colori sulla sua tavolozza
    Con la stessa cura meticolosa
    Con cui una donna prepara
    Un bouquet di fiori
    Il termine si riferisce
    Alla gamma dei colori
    Caratteristica di un artista
    Caravaggio aveva una tavolozza scura
    O ristretta
    Monet: una tavolozza
    Ricca e luminosa
    Come la nostra
    Opalescenti, giallo di Napoli, verde
    Rossi, azzurri ed alcuni sbiaditi
    Pronti per essere usati
    E scelti dalla nostra fantasia
    Dei pittori
    Che amano dipingere sotto il sole
    All’aria aperta
    O meglio dire
    Come facevano i pittori francesi
    Dell’Ottocento
    “Il plein air”
    Come i grandi. Renoir e Monet
    Che dipingevano lungo la Senna
    E i macchiaioli sulle rive dell’Arno
    Questa mattina,
    Dopo di aver sistemato
    Il cavalletto sulle sponde del fiume
    Da dove si ammira l’immensa verde
    Montagna piemontese
    Dai grandi picchi
    E degli infiniti orizzonti
    Ma qualche diecina e più avanti di km
    Scorre placito il grande fiume della vita.
    Che attraversa la bellissima città di Torino.
    Che è stata la prima capitale d’Italia
    Nei suoi movimenti è molto
    Evidente…in cui l’acqua
    Rallenta il suo corso e forma dei
    Piccoli stagni naturali
    Il parco attuale, alla confluenza di tre fiumi, il Po,
    La Dora Riparia e la Baltica
    Ho deciso di dipinger quell’angolo fantastico.
    Dove nasce il fiume della Vita

    Il Gabbiano (per tutti i pittori)

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  8. LO SCORRERE DEL TEMPO
    Se possiamo farci un’idea
    Del tempo,
    Quel solo punto si può
    Chiamare presente
    Che non si può suddividere
    In particelle,
    per quanto piccolissime.
    Ma anche quel
    Punto trasvola così rapidamente
    Dal futuro al passato
    Da non avere estensione
    Alcuna di durata.
    Risulta però che
    Futuro e passato non esistono.
    I tre tempi
    Sono piuttosto
    Il presente del passato
    Il presente del presente,
    Il presente del futuro
    Il presente del passato e
    La memoria,
    Il presente del presente
    È l’intuizione diretta,
    Il presente del futuro
    È l’attesa
    Sant’Agostino
    ( Le Confessioni)
    Il Gabbiano

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  9. La notte se ne va
    La notte sta per tramontare
    Lasciando il posto al nuovo giorno
    L'alba è ancora lontana
    Ma si notano i primi bagliori
    Del crepuscolo
    La finestra è spalancata nell'immensità
    Della natura
    Ci giungono i primi rumori
    I rumori incessanti della vita di ogni giorno
    Guardando verso la strada
    Ancora per poco vi è quella serena
    Tranquillità
    I bambini alla chetichella si avviano
    Verso la fermata del Bus
    Che li porta a scuola
    La strada incomincia a ripopolarsi di persone.
    Che freddolose vanno e vengono
    Con il traffico stradale incessante
    Che aumenta sempre più
    Con il caos crescendo
    Si!
    Non c'è pace fra gli ulivi
    Come recitava la parodia di un vecchio film
    Ma, per fortuna, progressivamente sorge il sole
    I suoi raggi incominciano a scaldare
    L'aria e la vita sta riprendendo
    Dolcemente
    Si sente nell'aria il profumo del pane
    Appena sfornato che giunge dal vicino forno.
    Il crepuscolo, con lievi ali
    Di stornelli che sfiorano
    Le case di periferia
    Senza luce di focolare
    Mentre il vecchio fiume continua
    La sua corsa verso il mare
    Nell'aria ci sono i presupposti
    Che qualcosa sta per cambiare

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  10. Cos'è l'amore?

    E' come un fiore profumato di campo
    O come un soffio di vento
    Che arriva improvvisante
    E ti avvolge leggiadro
    E' spensierato.
    E' come l'aria che respiriamo:
    Una fonte di vita
    Di giovinezza e di bellezza.
    L'amore è anche fiducia
    Ciò si ottiene mostrando
    La gioia nel cuore
    Perché l'amore è anche perdono
    Perché è la dolcezza di un dono
    Gli anni che passano
    Per quelli che amano
    Sono veloci come il tempo
    Che passa e vola via.
    L'amore é come le onde del mare
    Splendide e ribelli
    Che s'infrangono contro
    Gli scogli e la riva.
    L'amore é come una farfalla
    Colorata e sbarazzina
    Tanto dolce e birichina.
    E'come un gabbiano
    Che s'innalza nel cielo
    E poi si posa sugli scogli
    Di Portofino pieno di sogni
    Da fare arrivare sempre più in alto
    Per farli cullare sopra le nuvole
    Per poi farli realizzare.
    L'amore è, come la vita,
    Un'arte meravigliosa ed antica
    Che richiede sforzo e saggezza,
    E' difficile la definizione di amore
    L'amore è la cosa più bella che esista,
    Ti mette le ali e ti fa volare
    Verso gli orizzonti lontani.

    Il Gabbiano

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  11. NAVIGANDO SUL VECCHIO
    FIUME DELLA VITA

    Il fiume a maggio scorre silenzioso
    E’ bello passeggiare sul sentiero bianco
    Sotto la frescura dei verdi
    E contorti pioppeti
    Afrodisiaci e sublimi.
    E bello fare quattro passi all’alba
    Quando il sole dai primi segni di vita,
    Quando si percepiscono i primi cinguettii
    Che man mano che il giorno cresce
    Diventa un vero concerto di rane, uccelli
    Stanziali e migratori.
    Si percepiscono soavi e argentini
    I primi rintocchi delle campane
    Del paese che ci annunciano
    L’ora della preghiera.
    Mese di Maggio,
    mese di Maria.
    Rivedo le vecchiette che si avviano
    A lento passo verso la chiesa
    Per ascoltare la messa del mattino.
    Tra gli uccelli, le rane e le campane
    Un concerto che tocca l’anima e il cuore
    Quelli sono i richiami della vita,
    Il richiamo dell’amore
    E’ un concerto che sembra una melodia,
    Una preghiera e una dolce poesia.
    Lo scorrere placido del fiume
    E il suo silenzio, il grande tacere della natura.
    E il venticello del mattino che trama
    Fra le canne della Laguna.
    Gli argini sono tutti fioriti di fiori speciali.
    Le violette profumate che sanno di desiderio, di giovinezza e d’amore.
    Gli innamorati corrono sulle spiaggette
    E poi si trovano a rotolare sull’erba
    umida della notte.
    Mentre il nostro battello scivola lentamente.
    Sulle acque limacciose
    Del grande fiume della vita
    Sulla tolda del battello c’è anche
    Un momento per meditare,
    E per contemplare quel paesaggio
    Astratto, metafisico e lunare
    Lambito dal vecchio fiume.
    Dal serpentone dalle mille volute.
    Fra non poco scompare.
    Diventando un tutt’uno con la laguna
    Salmastra e la boscaglia di canneti.
    Quello è l’habitat naturale delle anatre.
    Le fologhe e i trampolieri.
    Sotto il primo sole di maggio.

    Il Gabbiano

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  12. Un pensiero e un saluto a tutti i visitatori del Santuario, ai naviganti sul web e allo staff del sito. Grazie delle preghiere che contraccambiamo sentitamente.

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  13. Un grazie da Tiziana e Diego (Il gabbiano)

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  14. Fuggire… Restare per sempre

    Spesso mi sono detto:
    " Adesso basta! Vado via
    Poi, dopo poco tempo,
    Ho trovato innumerevoli ragioni
    Per rimanere
    Solo Tu o Beata Maria puoi aprire la porta del paradiso.
    Probabilmente ,
    Un unico mondo
    La tavolozza con tutti i colori
    Tutte le sfumature,
    Del più bel paesaggio marino
    Al semplice angolo con giardino
    Ogni domanda e risposta
    Oppure soltanto un riflesso
    Di Te stesso?
    Tra vele che vengono dal nord
    Trasportate dai venti
    Realizzi finalmente il sogno
    Quel sogno giovanile
    Desiderato a lungo:
    Vivere su un'isola
    Il mio destino
    Era quello di restare
    Un piede in mare l'altro in terra
    Qui vi è qualche cosa di magico
    Voglio fuggire, voglio restare
    Per sempre
    Il Gabbiano

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  15. DEDICATA AL SANTUARIO

    Il Fiume Mincio

    E’come un lungo serpentone
    Con le sue intricate volute
    Forma un parco naturale
    Con una varietà di uccelli stanziali
    Che annoverano sono le gallinelle
    Le Folaghe e i Germani reali
    E non mancano le rane gracchiare
    Tra Svassi e Tuffetti
    Nelle zone si alternano i fitti canneti
    E Spazi di acque aperte
    Dove il pescatore con la sua
    Barca va a pescare
    I lucci e le anguille
    Non poteva mancare la Marti pescatrice
    Della splendida livrea colorata
    Le Valli del Mincio
    Non possono mancare i Gabbiani
    E i rossi Aironi
    I Cigni bianchi che rincorrono
    I bambini per cibarsi delle
    Loro merendine
    Rappresentano una nota caratteristica
    Dei Laghi di Mantova
    Ma non mancano i rapaci
    Come il Falco di palude
    E’ anche presente il Nibbio bruno
    Più a valle vi è Grazie di Curtatone
    E sulla riva del fiume e il Santuario
    Di Santa Maria delle Grazie
    Eretto per volontà di Mantova i Signori
    In seguito ad una pestilenza
    La Chiesa è gotica lombarda
    All’interno osserviamo una vera
    E propria galleria di statue policrome
    Raffigurante soldati e popolani
    Imperatori e papi
    Collocati nel posto d’onore
    Con ex voto e testimonianze
    Di grazie ricevute
    Vi è un Mausoleo di Giulio Romano
    Con le spoglie di Baldassarre Castiglione
    Di fronte al Santuario speciale
    Della Madonna delle Grazie
    Dispensatrice di miracoli
    Vie è il famoso laghetto dei canneti
    La grande Piazza dei Madonnari.
    Che ogni stagione richiama migliaia
    Di fedeli
    Oggi è come ieri
    Siamo entrati a piegare avanti all’altare
    Della Vergine Maria
    Il ginocchio per devozione

    Il Gabbiano

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  16. Il valore dell'uomo

    Ha un diverso sapore
    Anzi è un suono:
    Il sibilo del vento nel deserto
    Il muggito delle onde del mare
    Il fruscio intricante delle foglie dei boschi.
    Il battito misterioso delle ali di un fringuello
    E profondo della vita nel ventre materno.
    E' il rimpianto di chi scopre,
    Di chi guarda alla morte
    Con la consapevolezza che tutto passa
    Senza finire mai del tutto
    Perché il valore dell'uomo è nel messaggio.
    Che lo lascia ai figli
    E nella memoria degli amici
    E nella scoperta della poesia
    Che è in ciascuno di noi
    E che un soffio basta a risvegliare la pena.
    Scrive Mario Luzi,
    E durare oltre quest'attimo
    Il grande attore Troisi
    Ci è riuscito
    Il Gabbiano

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  17. PASSO GAVIA

    Fin dai secoli passati
    Fu una via di comunicazione
    Fra vallate e nazioni
    Ed acquisì sempre più importanza
    Essendo una via privilegiata
    Tra la Serenissima Repubblica
    Di Venezia
    E il Ducato di Milano
    Ai giorni nostri il nome del Passo Gavia
    E invece indissolubilmente legato agli eventi
    Bellici della Prima Guerra Mondiale
    Fu teatro di numerosi scontri
    D’importanza fondamentale
    Di cui oggi vogliamo parlare
    Le cui testimonianze si trovano
    Ancora oggi sulla cima “ Vallombrina”
    Cui numerose imprese sono legate
    Anche Al Giro d’Italia.
    Il passo Gavia
    Presenta l’ambiente
    E la vegetazione tipica dell’alta quota
    Oggi siamo qui ai margini del caratteristico.
    Laghetto alpino
    Chiamato Lago Bianco
    Per la limpidezza delle sue acque
    Da dove si gode una vista incomparabile
    Sul Gruppo dell’Ortles e su
    Quello dell’Adamello e del Tonale
    Cime memorabili
    – Videro nei loro domini eccelse
    Imprese da leggenda.
    Lassù gli alpini nostri
    Stettero saldi come rupi quando,
    In un’ora terribile,
    La Patria poteva essere con loro travolta
    E di lassù si lanciarono, primi,
    Sulla rotta definitiva del nemico
    Per le vie aperte
    Verso i nuovi confini d’Italia.
    Chi tornò dopo la vittoria
    Nei quieti borghi della valle,
    Chi pensa a quegli anni
    Con fiero orgoglio,
    Forse nostalgico,
    Come erano nostalgiche
    Lassù le canzoni di guerra.
    E di canti di guerra risuonò
    Trionfante il Tonale e sul Gavia
    Quando fu liberata
    Nella luce bronzea,
    La grande immagine della
    Vittoria bresciana,
    Alta sulle sacre ossa dei Caduti,
    A bandire nei secoli –
    Come augurò il poeta-
    Il diritto d’Italia
    Sulle vette conquistate
    E su ogni altra cima
    A cui l’uomo ascenda
    Nei domini della spirito.
    L’Amore di Dio è passato attraverso
    Il Tuo Cuore ed è entrato
    Nella nostra tormentata storia
    Per riempirla di luce e di speranza
    O Vergine Maria delle Grazie
    Ti preghiamo
    Il Gabbiano

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  18. PER GRAZIA RICEVUTA
    O Vergine Maria
    Sono Tiziana, che m’inchino umilmente
    Ai tuoi piedi
    Per ringraziarti fermamente
    Per la grazia ricevuta
    E per lo scansato pericolo
    Dell’incidente stradale
    Subito giorni fa
    E’ stata proprio la tua mano
    Misericordiosa che ha deviato
    La traiettoria della mia caduta
    Sulla sede stradale
    Facendomi pesantemente cadere.
    Sopra una boschina
    Attenuando così fra le frasche
    La mia caduta
    Grazie a Te, Vergine Santa
    Ho riportato lievi escoriazioni
    E pochi giorni di degenza in Ospedale
    Ed ora sono qui per ringraziarti
    “ Maria, Donna del sì,
    L’amore di Dio è passato attraverso
    Il Tuo Cuore
    “Dio per la tua interiezione, mi ha presa per i capelli.
    E mi ha riportato sulla terra
    Da morte sicura
    Noi siamo legati profondamente a te
    O Maria, Madonna delle Grazie
    La tua bontà ci spira fiducia
    E ci attira dolcemente a Te
    Pronunciando la più bella preghiera
    Quella che abbiamo appreso dall’Angelo
    E che vorremmo non avesse mai fine
    Ave Maria, Piena di grazia
    Il Signore è con te”
    Il Gabbiano

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  19. Nel giorno del mio compleanno 11 giugno, ringrazio la Beata Vergine per avermi dato la possibilità di continuare la mia vita insieme ai miei cari. La mia city bike è distrutta, un automobilista mi ha tamponata su un rettilineo, andava a forte velocità ed io sono stata sobbalzata oltre un fosso, tra due alberi, sono passata in mezzo ai tronchi ferendomi tutta la parte sinistra, una costola e clavicola,ginocchio e gravi escoriazioni, forte urto all'emisfero sinistro della testa. Dice di non avermi vista, in pieno giorno......ero a magine pedonale. Ha per fortuna chiamato i soccorsi e hanno dovuto liberarmi tagliando i rami con un'ascia. Le foto sono incredibili, perchè mi sono incastrata sotto, infilandomi in un cunicolo, non mi avrebbe ritrovata nessuno.
    Oltretutto,nel frattempo, alla presenza di carabinieri e soccorsi sanitari, una grossa mercedes nera ha accostato e mi ha rubato la borsa in terra con tutto il contenuto (documenti, cellulare ecc) non avrebbero neppure potuto riconoscere le mie generalita'. I carabinieri hanno identificato i primi numeri della targa dell'auto che è ripartita a forte velocità.
    Questi i fatti, è un miracolo che io sia qui a raccontarli. Solo due mesi fa mi ero rivolta con fede alla BV per chiedere la guarigione di mio padre (Il gabbiano) affetto da preoccupanti patologie. Ora stiamo bene tutti e due e la GRAZIA SI E' MOLTIPLICATA!!!!
    Non ho parole ora, solo preghiere.
    Devotamente
    Tiziana

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  20. STRADE INSANGUINATE

    Da Sud al Nord
    Da Est ad Ovest d’Italia
    Le nostre strade
    Sono tappezzate
    Da croci bianche
    E mazzi di fiori sbiaditi
    Giorno dopo giorno
    Vengono irrorate
    Dal sangue generoso
    Dagli utenti.
    Non passo giorno
    Che non leggiamo articoli
    Impressionanti
    Di morti e feriti
    Al volante gli agenti dell’Ordine
    Sorprendono gente distratta:
    Ubriaca o drogata
    Alla fine della giornata
    Hanno commesso, minimo
    Una bravata
    Sono degli irresponsabili
    Che non si rendono conto che guidano
    Un mezzo di morte
    Il fatto é che t’investono e poi
    Scappano via
    Tanto sanno che se li arrestano
    Dopo qualche giorno ritornano
    In libertà
    Al massimo saranno denunciati
    A piede libero
    Per lesioni o omicidio colposo
    Tanto c’è l’assicurazione che paga
    Un ragazzo o un anziano
    Non può attraversare un incrocio
    Perché viene stesso orizzontalmente
    Se procede in bicicletta
    Non sa che cosa gli aspetta
    Viene proiettato sullo stradone
    O nella scarpata o nel burrone
    L’autista si giustifica:
    “ Non mi sono accorto”
    A che cosa pensavi
    Quando guidavi?
    Sicuramente telefonavi
    Tanto c’è sempre l’assicurazione!
    Che paga
    Per fare bella figura
    L’uomo si trasfigura
    Or diventa bambino
    Or fa l’assassino o il pirata
    Della strada
    Cerca il mito nella velocità
    Alza il gomito
    Vuole il pianto
    Padron del mezzo come della morte
    Vede nell’oro le porte del dolore
    L’uomo fa di tutto
    Per non fare niente:
    I colori che bella fan la vita
    Radiar vede da una pepita
    Prima “l’idolo del bambino innocente
    Poi il ragazzo intelligente
    Dal giovane intraprendente
    Dall’uomo furbo e sapientone
    Farabutto che fa il santo:
    Che si giustifica:
    “Non mi sono accorto”,
    Intanto il pedone, il ciclista o il ciclo motorista
    Sta all’ospedale o al Camposanto.
    E a noi che in te, Beata Vergine confidiamo
    Tendiamo una mano
    E come un dono
    Non ci resta che il perdono.

    Il Gabbiano

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  21. PER GRAZIA RICEVUTA

    O Vergine Maria

    m’inchino umilmente

    Ai tuoi piedi

    Per ringraziarti fermamente

    Per la grazia ricevuta

    E per lo scansato pericolo

    E’ stata proprio la tua mano

    Misericordiosa che ha deviato

    La traiettoria della caduta

    Sulla sede stradale

    Facendoti pesantemente cadere.

    Sopra una boschina

    Attenuandola così fra le frasche

    Grazie a Te, Vergine Santa

    ora sono qui per ringraziarti

    “ Maria, Donna del sì,

    L’amore di Dio è passato attraverso

    Il Tuo Cuore

    “Dio per la tua interiezione, mi ha presa per i capelli.

    E mi ha riportato sulla terra

    Da morte sicura

    Noi siamo legati profondamente a te

    O Maria, Madonna delle Grazie

    La tua bontà ci spira fiducia

    E ci attira dolcemente a Te

    Pronunciando la più bella preghiera

    Quella che abbiamo appreso dall’Angelo

    E che vorremmo non avesse mai fine

    Ave Maria, Piena di grazia

    Il Signore è con te”



    Il Gabbiano

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  22. Occhi Lucidi di pianto

    Ci vorrebbe la penna scorrevole
    Di un vero poeta
    Per descrivere questi fuggevoli
    Momenti di tenerezza.
    E gli occhi attenti di un pittore
    Per fare diventare la notte una culla
    Colorata di stelle
    Le rose profumate del giardino
    Nel mese di Maggio
    Portano il profumo dell’amore
    Sul talamo dove nasce la vita
    Invola l’amore e la gioia di vivere
    Le azalee lo vestono di profumi
    La tua anima fragile
    Di gioiosi colori
    Il Silenzio del vento della sera
    La fresca ebbrezza marina
    Gocce di rugiada
    Sono i tuoi occhi lucidi di pianto
    La tua tenerezza? un prato di viole
    Il libro che tiene fra le mani
    Profuma? La tua ispirazione!
    Il Gabbiano

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  23. Alberi sospesi

    Una tua mano, o Vergine Beata,
    nel buio del giorno,
    che accarezza il cuore
    sciupato e ferito dalla vita,
    sentimento forte come la roccia
    che vibra e palpita
    del suo essere per sempre.
    Fra le fronde stropicciate
    di alberi sospesi,
    un corpo intrappolato
    legato al niente,
    sciolto dal nulla,
    salvato dalla speranza.
    Una mano e il dolore,
    ricurvo nel se’
    proteso all’infinito
    che respira nel suo domani
    la forza di ricominciare.

    Tiziana Cocolo

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  24. CIME TEMPESTOSE


    Sono salito
    Un passo dopo l’altro,
    Fino alla cima
    Di questa meravigliosa montagna
    Dolomitica,
    Paradiso degli
    Scalatori.
    Ancora imbiancata
    Di candida neve.
    I primi raggi del sole
    Mi hanno colto sul difficile
    Sentiero
    Dove regna il silenzio assoluto,
    Ma senti una musica celestiale
    Portata da un leggero venticello
    Che ti accarezza il viso
    Una breve sosta
    E poi siamo arrivati
    Dove l’occhio spazia all’infinito
    Orizzonte:
    Da dove si possono ammirare
    Una dopo l’altra,
    Le superbe cime
    Dove l’uomo possa meditare
    Sulle bellezze del creato.
    Oh, madre natura, genitrice
    Di tutte le creature alle quali
    Hai dato la vita.
    Continui ogni giorno stancabile
    Il tuo girotondo infinito.
    Mentre ad ogni aurora ti lasci
    Baciare dal sole, rammenta
    I tanti animali, che dai tuoi frutti
    Traggono sostentamento per vivere
    Non tutti ti portano rispetto!
    Qualcuno in preda a funesta vita,
    Calpesta il tuo ventre!
    Tutte le creature sono sorelle fra loto
    Solo “l’uomo” è impietoso e pensa
    Di fare di te ciò che vuole!
    A volte ti ribelli scatenando
    La natura che ti circonda:
    Causando disastri
    Terremoti e alluvioni
    Con milioni
    Di creature morti invano,
    Ma quella bestia, quasi sempre
    Trova riparo nella tua intelligenza
    Il cielo è il tuo grande alleato
    Manda il vento in segno di angoscia
    Manda tuoni e lampi in segno di rabbia
    Manda la pioggia in segno di pianto
    Ma quando anche il gelo
    Non riesce a placare.
    Della serpe umana la cattiveria,
    Ti veste di bianco candore e
    Trovi rifugio in quel candido vestito di neve
    Sognando un altare di nuovi orizzonti
    Vai alla dispera ricerca di remoti splendori.
    Quando ancora eri pura
    Poi la neve si scioglie con l’aiuto del sole.
    Ti vesti di nuovi colori e delicati profumi.
    Della primavera
    Ma ciò nonostante l’uomo,
    Imperterrito, continua la marcia
    Verso la tua distruzione.
    A quel tempo laggiù io sarò
    Nel profondo dei visceri tuoi!
    Ma, ti prego non me lo dire
    Quando sarai vicina a morire!
    Voglio ancora continuare
    A scalare le cime del vento
    Dove regna l’armonia della pace
    E le aurore sono tutte rosa
    Dove regna l’amore
    Splende sempre il sole
    E il vecchio alpinista
    Continua a sognare
    e a pregarti:
    Beata Vergine Maria.

    Il Gabbiano

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  25. Sole a mezz’asta


    La svolta nel riquadro del tuo spazio,
    il gemito di mille pensieri
    e l’amore fremente nel buio.
    Sole a mezz’asta,
    la vita che si ribella
    al niente imposto.
    Tutto ritorna, tutto rinasce,
    ciò che non vive
    non t’appartiene.
    Tu sei la forza immensa
    nella fragilità,
    corri per la strada che sogni,
    nessuno ancora ti può fermare.
    La svolta sei tu,
    nello spazio che lasciato libero
    ti accoglie,
    al di là delle barriere.

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  26. Beata Vergine Maria.
    Occhi di stelle

    Volgendo lo sguardo al cielo
    Incontro i tuoi occhi
    Incantevoli stelle
    Nella loro luce mi abbandono
    Come una goccia di pioggia
    Caduta dal cielo su di una foglia
    Del verde giardino.
    Una goccia di linfa
    Che genera la vita
    In un oceano di tenerezza
    Il mio cavalletto con la tela bianca
    Sembra in silenzio mentre il vecchio
    Fiume della vita continua a scorrere
    Alla ricerca dell'azzurro mare
    Il sole sta per tramontare
    E la luce è meravigliosa
    Mentre la notte mi racconta di te
    Sento fra le fronde verdi del giardino
    Che la notte mi racconta di te
    Sussurra il tuo nome
    Nel fruscio del vento della sera
    Che trasparente sfiora i miei pensieri
    L'aria e satura del tuo profumo
    Della tua bellezza
    E mentre la notte arriva
    Dolcemente come un viandante
    Nel buio
    L'ultima farfalla
    Che era posata sul ramo del pesco fiorito
    E' volata via
    Sì, come hai fatto tu!
    E mentre il fiume prosegue il suo
    Lento corso verso la vita
    Osservo questo suggestivo scenario
    Tra il profumo delle rose
    E delle viole
    Tutti questi profumi raccoglie il vento
    Di quello che rasta di te.
    Un suggestivo scenario di ricordi
    E di pensieri che riescono ad
    Emozionarmi occhi di Stelle

    Il Gabbiano

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  27. La vita

    La luce sfavillante dell'aurora
    E quella del sorgere del sole
    Vede milioni di creature
    Gioire alla vita che ci circonda
    Perché la vita è la vita!
    La vita è come una penna d'uccello
    Ferita di valle in valle portata
    Dal vento che tutto trascina.
    E' come una nuvola piccina
    Che piano piano sfuma e scompare
    Nel cielo turchino
    "La vita…. Una particella di eternità
    Che all'improvviso, come un soffio,
    In un giorno grigio di pioggia,
    Silenziosa sfuma e se ne va
    Poi, per chi crede, sarà vita eterna
    In quel paradiso celeste ti accolgono
    Gli Angeli per l'eternità
    Per quelli senza la fede,
    E' stato un regalo fragilissimo
    Che sbiadisce e svanisce nel nulla
    Chi rimane affranta, legato all'amore,
    L'arduo cammino tra fiori e dolori.
    Ma è pur sempre la vita !
    Che va sempre vissuta con rispetto
    Giorno dopo giorno,
    Fino alla fine naturale
    Perché in un batter d'ali,
    Svanisce e resta per l'eternità
    Lasciando la tua dolcezza nel cuore,
    Beata Vergine delle Grazie.

    Il Gabbiano

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  28. Sei dolcissima Beata Vergine Maria

    Sei la stella del mattino
    Che oscura il cielo
    Come se fosse coperto
    Da nuvole di pioggia.
    Le cime maestose bianche
    Di neve,
    S'inchinano al tuo passaggio
    Perché sei dolcissima
    Se l'arcobaleno dai mille colori,
    osasse guardarti
    I suoi colori sbiadirebbero
    Come nuvole pallide
    E smarrirebbero il suo splendore
    Colorata tra cielo e terra
    Perché tu sei dolcissima!
    Se la luna desidera, tremula
    Illuminare i tuoi sogni
    Potrà farlo, solo, tenendo
    Per mano le stelle
    Perché tu sei dolcissima!
    Il sole quando sfugge alle nuvole
    é costretto a rubare la luce dai tuoi occhi.
    Per risplendere ancora in cielo,
    Perché tu sei dolcissima!
    Il mare ti offre il suo splendore
    Per specchiare la tua bellezza
    Tutti ti vorrebbero in loro compagnia
    Perché sei bella e gioiosa
    Con la tua immagine angelica.
    Perché tu sei dolcissima
    Nei concorsi di bellezza
    tutte nel mondo scomparirebbero,
    Al tuo cospetto.
    Perché tu, con la tua gaiezza
    Fai oscurare persino la stella polare
    Tu sei luminosa come Orione
    La stella più brillante del mattino
    Che sparisce dopo aver brillato
    Per lo spazio di una notte
    Ma tu brillerai per sempre
    Meravigliosamente
    Fra le stelle del firmamento.

    IL Gabbiano

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  29. PREGHIERA
    ALLA MADONNA DELLE GRAZIE.

    Sui passi di Cristo, veniamo a Te,
    Madonna delle Grazie, e Ti salutiamo,
    Ringraziandoti per il miracolo di nostra
    Figlia Tiziana
    Ave o Maria, Ave o Madre di Cristo;
    Ave Maria della Chiesa e Madre nostra,
    Accogli, o Vergine Santa, affetti e trepidazioni.
    E suppliche che da sempre a Te rivolgiamo.
    Come in questi ultimi tempi
    Sostieni i nostri passi sulla
    Via di una fede serena e coraggiosa
    Insegnaci a faticare e a vivere come Gesù.
    In quotidiano abbandono alle buone mani di Dio
    Nostro Padre,
    Nella premura per la nostra famiglia
    E speciale modo per nostra figlia
    Tiziana
    Per il prossimo e per la Chiesa di Curatore
    Dove domenica pomeriggio
    Abbiamo piegato il ginocchio davanti all’Altare.
    Maggiore-
    Siamo venuti tutta la famiglia, come
    Testimoni di perdono, di pacificazione
    E di tenace speranza
    Benedici il Santuario
    Apri l’orizzonte a tutti i fedeli
    Perché anche da loro avvenga
    Quello che dice il signore
    Fe che con Te contempliamo sempre
    Il volto glorioso di Cristo nostro Signore,
    Il figlio Tuo crocifisso risorto e asceso al cielo.
    Per noi fatta vita, verità e vita.
    O clemente, o pia, o dolcissima Vergine Maria
    A te ci rivolgiamo con fiducia
    Il Gabbiano

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  30. Preghiera alla Vergine Maria

    Questa non vuol essere una poesia
    Ma una semplice preghiera
    Alla Vergine Maria
    Ci succede spesso, quando raggiungiamo il vertice.
    Di una cima dolomitica e guardando di lassù.
    Le bellezze del creato
    Di quel mondo a Te tanto amato
    Ci rivolgiamo reverente all’Augusta Regina.
    Degli Angeli
    E Madre nostra pietosa
    Madre e fedele sposa
    Che sei bella come una rosa di maggio
    Che rifulgente con i Tuoi
    Splendori anche fra le solitudini di questi
    Alti e suggestivi monti ancora innevati
    E delle foreste sottostanti
    Di questo paesaggio metafisico
    E lunare.
    Dove regna soltanto il silenzio
    Con l’animo santamente commosso
    Solleviamo a Te
    I nostri sguardi, e nell’espressione più candida
    Dei nostri affetti
    Ti indirizziamo la nostra fervida preghiera.
    Per ringraziarti di averci assistiti e guidati.
    Nei momenti più difficili per molti anni
    Nell’ascensione di queste superbe
    Ed alte cime dolomitiche
    Di queste meravigliose montagne
    Benedette di cui sei Regina.
    Il Gabbiano

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  31. LA STORIA DELLA MADONNA
    DELLE GRAZIE.
    Una storia lontana nel tempo
    Di un’isola paludosa
    E infestata da coccodrilli
    Zanzare, pesci e serpenti
    E un’isola lambita dal fiume Mincio
    Che dilagava in val Padana
    Formando i laghi di Mantova
    Sopra questa duna sabbiosa
    Che formava un’altura,
    Ai piedi della quale il Mincio
    Cantata dal poeta Virgilio
    Allora non ancora contenuto
    In un vero fiume
    Dilagava in una vasta palude di canneti
    Dove gli uccelli e le folaghe sguazzavano
    E nidificavano
    Verso il Mille sorgeva un umile capitello.
    Dove era collocata una rozza tavola dipinta.
    Raffigurante la Madonna
    Con il Bambino;
    Verso quest’immagine avevano una particolare.
    Devozione i barcaioli
    I cacciatori e i raccoglitori di canne
    Nonché gli abitanti dei vicini villaggi rivieraschi
    Questi antichi barcaioli solcavano in tutti i sensi.
    L’ampio e limaccioso stagno,
    Il popolo semplice dei pescatori
    Ricevette molte grazie,
    E con le loro offerte e le limosine dei pellegrini
    Il capitello venne sostituito in un oratorio.
    E la fama dell’immagine miracolosa
    In breve dalle rive del lago
    Si estese alla città congaghesca
    Alle regioni circonvicine
    Nel 1399 infierendo in Italia,
    E in Mantova più che altrove,
    Il flagello della peste,
    Portata dal famoso esercito
    Di ventura
    Lanzichenecchi,
    Soldati di pessima fama
    Visto che dove passavano portavano
    Distruzione
    E spesso volentieri gravi malattie
    Questi soldati venivano dall’Austria,
    Per arrivare a Mantova
    Dovettero passare per Milano
    Depredandola e portando anche la peste
    Francesco Gonzaga Capitano del popolo
    Non sapendo più quali provvedimenti adottare.
    Per scongiurare
    O lenire la così grande calamità,
    Fece voto alla Madonna delle Grazie,
    Che cessata la moria,
    Di migliaia di mantovani
    Avrebbe mutato quel povero oratorio
    In un’ampia e suntuosa basilica
    E il voto fu subito compiuto;
    Nel 1399 per opera, credesi di Bartolino
    Da Novara.
    L’architetto di corte
    A cui si ascrive anche la costruzione
    De castello di Mantova,
    In quell’ansa del fiume sorge un tempio
    Maestoso,
    Che a detta di Paolo Attavanti,
    Storico non molto lontano da quei tempi
    Importò la gente’ ingente di 30. 000 scudi d’oro;
    E per questa beneficienza
    Evi fu posta una targa,
    Che ricorda la devastante peste.
    Il voto e l’edificazione del Santuario,
    Il quale fu consacrato
    Nella festa dell’Assunta il 15 agosto 1406,
    Con un sito solenne.
    Presenziarono con Francesco Gonzaga
    Il Vescovo Antonio,
    Nicolò Tinti vescovo di Cremona
    E il mantovano Giovanni, Patriarca di Grado
    E tutte le massime autorità spirituali di Venezia:
    La potenza con cui il signore di Mantova
    Intratteneva stretti rapporti politici militari.
    Oggi, è un continuo pellegrinaggio di fedeli.
    Di tutta la Lombardia
    Il 15 Agosto è stata istituita la festa dei “ Madonnari”.
    Che richiama migliaia di fedeli da ogni parte.
    E’ un Santuario molto rinomato in tutto il mondo.
    Per le grazie ricevute dalla Madonna.
    Ogni volta che ci troviamo a passare di lì.
    Entriamo dentro a piegare il ginocchio nel tempio.
    Della Madonna delle Grazie,
    Ove una miriade di statue issate su di una barocca.
    Impalcatura lignea
    Stanno a testimoni della pietà cittadina
    Per la Vergine dispensatrice di Grazie.
    Il Gabbiano

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  32. IL MESE DI MAGGIO
    E’ arrivato il mese Mariano
    Il mese delle rose
    Il mese delle giovani spose
    Il mese del Sacro Cuore
    A cui la Madonna Santa delle Grazie
    Ci ha dischiuso in questo mese di maggio
    Mentre noi abbiamo detto di insegnarci
    Le vie del vero Amore
    Uniamo in questo mese ai palpiti di amare
    Cui la Madonna amò il Sacro Cuore
    Fin da quando Gesù
    Venne ad abitare
    Nel suo sacro seno verginale
    Con cui continua ad amarlo
    Per l’eternità
    O Madre celeste e buona,
    Presenta a Gesù il nostro piccolo cuore
    Noi, piccole creature,
    Di questa terra martoriata
    Vogliamo prendere
    Il tuo amore immenso
    Per Gesù ed in questo mese
    Moltiplicarlo ancora,
    Se fosse possibile,
    Tante volte
    Quanti granelli di sabbia
    Sono in riva al mare,
    Quanti pensieri
    Sono in tutte le menti,
    Metterci tra le fiamme
    Benedette del Sacro Cuore di Gesù,
    O Madonna delle Grazie,
    Dispensatrice di miracoli
    Farci entrare nella sua ferita,
    Farci prendere da lui,
    L’atto di virtù
    Recitiamo devotamente
    Le litanie del Sacro Cuore.
    In questo mese profumato
    Dalle rose dai fiori
    Dalle preghiere
    Dalla fede e dell’amore.
    Il Gabbiano

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  33. LE ROSE DI MAGGIO
    Oggi 22 maggio
    Ricorre la festa di S, Rita
    La Chiesa festeggia
    In questa domenica
    Di Maggio
    Il mese delle rose
    E delle spose
    Ella è una delle Sante
    A cui sono più devoto.
    Alcuni anni fa,
    Con Adriana mia moglie
    Ci siamo recati
    Nel paesino di Cascia
    Incastonato nella montagna
    Come una pietra preziosa.
    E’chiamata la santa dei miracoli
    Impossibili.
    E’ di una straordinaria
    Devozione popolare
    Ha vissuto
    Prima come sposa e madre
    Poi come vedova
    Ed infine come monaca
    La sua venerazione
    Non accenna a diminuire
    Fra il popolo e i fedeli
    Accompagnata da conversioni,
    Miracoli
    Profumi ed altro
    Ancora.
    Ma quello che domina
    In quel giardino sono le rose,
    Le rose di maggio
    Il mese di maggio è anche
    Il mese dell’amore
    Che vince l’inverno,
    Con il potere dei fiori.
    Dire amore,
    Con il linguaggio dei fiori,
    E’ il simbolo di eccellenza,
    Della grazia e della bellezza.
    Le rose di maggio
    Hanno ispirato i poeti di tutti i tempi
    Come il grande scrittore
    A. Manzoni:
    Con la poesia: il 5 Maggio
    A Napoleone.
    I versi brevi e rapidi nella loro lettura
    Sono aderenti alla vita
    Di colui che tenne in mano i destini dell'Europa.
    Le parole sembrano stampate
    Come frasi sacre nel tempo,
    Nel presente,
    Ma anche nel futuro di quell'evento.
    “Ei fu. Siccome immobile,
    Dato il mortal sospiro, ”
    Il fiore di maggio
    E’ il fiore che si accosta
    Alla passione dell’amore.
    Sbocciano le rose e gli amori
    Le ragazze aspettano impaziente
    Questo mese fatidico
    Per indossare l’abito bianco,
    Che significa la verginità
    E realizzare così
    Il loro sogno d’amore
    Nel silenzio della notte,
    Mentre la luna fa le
    Fusa alle stelle brillarelle
    Vedo la sposa distesa sul Talamo dell’amore.
    Tra i petali di fiori
    E vivere quel sogno
    Agognato
    Sorridendo alla vita
    Nel silenzio assoluto della notte,
    Un silenzio diverso
    Del silenzio,
    Che penetra nell’anima
    Dopo l’amore
    Ascolta
    Il battito del tuo cuore
    Con la tua dolcezza
    La tua bellezza
    Vorrei posare il mio viso
    Tra le tue mai
    Chiudere gli occhi
    E sognare con te
    Nella passione
    Mentre la notte ha una magia
    Particolare che quali coccola.
    Nel cielo stellato
    La luna ruffiana
    Si culla
    Dolcemente fra le nuvole
    Mentre attende
    La sorella aurora
    Che con i colori del novello giorno
    Li trova ancora gli innamorati
    Dolcemente abbracciati
    Un raggio del sole nascente
    Li ha svegliati
    Con la testa sul cuscino,
    Svegliati amore!
    E’ mattino,
    Quella notte
    Era nato un nuovo fiore
    Una rosa di maggio.
    Il Gabbiano

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  34. Polvere di stelle
    IN RICORDO DELL'ANIMA DI DIEGO


    Cappa di nero cristallo
    Ricolma di fulgide gemme
    Il cielo.
    Mentre dal camino del rifugio continua
    Ad uscire un fil di fumo grigio che si disperde
    Nella notte sulla montagna incantata!
    Innumerevoli occhi
    Cui vibrano ciglia infuocate
    Ci sussurrano – fissi – dall’alto.
    Forse, attraverso il loro palpito
    È Dio che ci guarda.
    Nel buio della notte trascorre un messaggio.
    Di pace per questo pianeta
    Remoto, sperduto ai margini
    D’una fiumana di luce.
    Fra tanti mondi corruschi
    Di cui la divina potenza
    Lo spazio cosparse, infinito,
    Quest’atomo opaco fu oggetto
    Di predilezione ed attrasse
    Il verbo incarnato, onde l’uomo
    Di Dio poté dirsi fratello.
    Se il male come onda di limo
    Minaccia; se l’odio, serpente
    Nascosto, i cuori avvelena;
    La speme non muore. Desio
    Di pura bellezza, d’amore,
    Rinasce nell’animo al mite
    Bagliore degli astri. Esse sono lampade
    Accese dal vigile cuore
    Di un Padre che i figli lontani
    Attende sereno ed eterno.
    Mentre la pallida luna
    Continua at attraversare l’universo
    Con il suo messaggio di pace.

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